Eccomi, non sono scomparsa! La quotidianità purtroppo mi mangia il tempo e una buona quantità di energie, con il risultato che cucino per la sopravvivenza concentrandomi più sugli elementi nutritivi che su esperimenti e creazioni. E se è pur vero che in questo modo riesco ad avere forza per affrontare le giornate, purtroppo alla lunga lo spirito ne risente. E’ importante pensare e creare, non trascurare le sperimentazioni e mettersi a tavola sempre con curiosità e attenzione. Ora sono qui a scrivere grazie alla gioia che mi ha dato la giornata che ho trascorso presso L’Antica Dimora del Gruccione, a Santu Lussurgiu (OR). Un sito storico bello e ben tenuto, gestito da persone fresche, intelligenti e colte che offrono ospitalità e cucina con un tratto professionale ma spontaneo. Guardano alla valorizzazione del territorio e dei suoi prodotti senza perdere di vista il rispetto della persona e degli animali, un grande impegno che portano avanti con un sorriso irresistibile. La scorsa domenica ci hanno preparato un ottimo pranzo veg* in occasione del II Raduno dei Vegetariani, Vegani, Animalisti della Sardegna: una giornata trascorsa meravigliosamente tra amici e buon cibo.
Non c’è bisogno di dire che io ho lasciato a casa la Canon e ho potuto fare solo qualche foto con l’IPhone… quindi vi invito ad andarci personalmente per gustare i piatti del buon Roberto Flore, giovane chef di Seneghe con lunga esperienza a Milano. Il menù che ha proposto a noi è stato ovviamente vegetariano/vegano ma è in grado di soddisfare tutte le preferenze o esigenze particolari, da quelle strettamente igieniche a quelle etiche. Già, perché la cucina può e deve essere parte di un approccio etico al vivere. Scegliere un prodotto locale, valorizzare il commercio equo, scoprire cibi poveri dimenticati dall’industria del cibo, ecco, sono tanti piccoli passi che portano a una grande rivoluzione. L’impegno potrà essere gravoso, perché non sempre è facile reperire alcuni ingredienti (come è naturale al di fuori della logica della grande distribuzione), perché cucinare è anche lavoro di fatica, è concentrazione e coordinazione, è stare in piedi ore ed ore. Gli ingredienti devono essere capiti e trattati con rispetto. E’ un lavoro d’amore: amore per il cibo, per chi lo ha prodotto e per chi se ne nutrirà, facendo in modo che un ingrediente trasporti nel cuore di chi lo gusta anche un poco di ciò che ha significato per chi lo ha prodotto.
Veramente una giornata speciale, come da troppo tempo non mi capitava di trascorrere. Grazie a tutti.
Lascia un commento